giovedì 13 novembre 2014

Nel pensier mi fingo


Installazione composta da scatole di pietra contenenti il mare Leopardi in questo suo verso si finge nel suo Infinito. La capacità creativa prende spunto dal limite e dalla separazione: la siepe esclude lo sguardo dell’ultimo orizzonte, la barriera, l’ostacolo è spunto creativo, sedendo e mirando, si finge nel pensiero spazi interminati, sovrumani silenzi, profondissima quiete. La visione è interiore. L’anima ha come il bisogno di “fingersi”, figurarsi l’infinito. “Fingersi” è immaginare e dove ciò avviene è “nel pensier”. Il poeta individua dentro di sé un luogo franco dove è possibile fingersi senza che la finzione lo scolli dalla realtà che ha davanti. Questo è anche il luogo in cui è possibile “fingersi” le cose importanti della vita: l’amore, l’infinito, ciò che non vediamo ma che sappiamo esistere perché di esso ne abbiamo l’intuizione.