martedì 23 giugno 2009
Frammenti di de-composizione
Quando ci guardiamo intorno cercando di capire il nostro tempo, ci si convince abbastanza presto che la decomposizione è il nostro destino. Restano solo frammenti da ricomporre e reinterpretare nel tentativo di non separarci dalle nostre cose, dalla nostra vita. Attraverso l'alchemica trasformazione della disgregazione entropica in frammenti, frughiamo tra le scorie, tra piccoli pezzi come tra residui dei propri sogni, alla ricerca della "pietra filosofale", o meglio della ferraglia esistenziale di una nascosta interiorità presente in ogni frammento, brandello di icastici simulacri.
I lavori che presento sono "ectipi": modelli derivati da qualcosa di cui si è cancellata, dimenticata l'origine. Stele per l'uomo sopraffatto e soffocato dai residui dei suoi consumi. La nostra è una società in cui si tende con incredibile e spaventosa disinvoltura a rottamare, gettare, eliminare, dimenticare, disperdere, riciclare tutto ciò che non è più nuovo, che non è più efficiente, che non è più perfetto e giovane, lucido, integro e integrabile in un sistema che gravita intorno a un consumismo alienante, sfrenato, esagerato, schiavo del dio denaro, che sta uccidendo l'anima, sta cancellando il nostro tempo per osservare, per apprezzare, per pensare, per meditare, il tempo dell'essenza dell'uomo.
IGNAZIO FRESU
FRAGMENTS OF DE-COMPOSITION
When we look around us, trying to understand the times in which we live, we soon convince ourselves that our destiny is decomposition. The only thing left to us are fragments to be put back together and reinvented in an attempt not to separate ourselves from our things, from our life.
Through the alchemical transformation of the "entropic" degradation into fragments, we rummage among the waste materials, among tiny pieces, as if among the residue of our own dreams, seeking the "philosopher’s stone", or rather, existential scrap-iron of a hidden inner quality which is present in each fragment, a shred of figurative simulacra.
The works presented are "ectypes" or copies: models derived from something whose origin has been cancelled and forgotten – stelae for man overcome and suffocated by the remains of his own consumption. Ours is a society in which we brazenly tend to scrap, throw away, eliminate, forget, lose and recycle anything which is no longer new or efficient, which is no longer young, shiny, whole, integral or able to be integrated and is imperfect in a system which gravitates around uncontrolled, excessive and alienating consumerism. We have become slaves of the god, money, which is killing our soul and stealing our time to observe, appreciate, think and meditate. Time for the essence of man.
IGNAZIO FRESU