lunedì 13 febbraio 2023

Vernice art fair


 

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Il lavoro si presenta composto in modo disordinato o sovrapposto. E’ una Assenza di corpi nella Presenza di richiami lontani. Segno di un passaggio o di legame con l’Aldilà, interazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Uguale, oggi come quel lontano ieri.

Simile, è quel bisogno ancestrale anche in quegli “effimeri” monoliti disposti in piedi o accasciati, in ordine apparentemente casuale, da associare a quelle solenni strutture megalitiche, i cromlech, riconducibili alla indispensabile necessità umana che in forma collettiva tenta di placare aneliti lontani per rispondere a domande universali sull’eterno mistero dell’esistenza e del senso. Richiami alla persistenza nel presente di arcaici luoghi di culto quali Stonehenge o Gobekli Tepe (Kurdistan), testimonianze monumentali dove l’antico uomo con l’uomo contemporaneo paiono condividere simili aspirazioni e riflessioni o i timori e le paure dell’umana fragilità. Come un bisogno di armonia, riconciliazione tra il mondo di sopra quello divino dello spirito, tra il mondo umano della materia e il mondo infero al di sotto. Così alte strutture monolitiche divengono stele di memoria per un rituale indispensabile, la cui sottrazione e non consapevolezza, rende privi di quel contatto con la morte che permette di essere liberi e capaci di stabilire priorità significative in un reale incontro con se stessi e con la vita.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, questo il titolo scelto dall’artista, dalla poesia di Cesare Pavese i cui diciannove versi sono similmente il numero diciannove di quegli alti monoliti in granulato minerale.

L'opera conferma il modo di lavorare di Fresu attraverso l’uso di materiali poveri e leggeri quali contenitori in polistirolo dove l’utilizzo di resine e granulati ne modificano la percezione tattile e visiva caricandoli di significati simbolici ed evocativi.

Testo critico di Carla Carbone


Bozzetti per l'installazione "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", musica di Paolo Fresu e Uri Caine