lunedì 31 ottobre 2022

ART, WEB & COMMUNICATION FORMS




Installazione "Quel che resta" 

La necessità di allargare il campo delle conoscenze nel settore della comunicazione e di analizzare i processi e le ricadute, che gli attuali e futuri sistemi determineranno sull’apprendimento, sulla convivenza e sulla complessità del mondo dell’Arte, esorta a riflessioni e valutazioni che impegnino ad un più corretto e costruttivo rapporto di coesistenza tra le varie componenti della società, a partire dai singoli individui. L’umanità è cresciuta e si è nutrita di conoscenze attraverso l’informazione e la memoria. Oggi noi conosciamo la nostra storia grazie all’accumulo di nozioni, esperienze e rappresentazioni artistiche, tramandate nel tempo dai diversi sistemi e forme di comunicazione.
Per Nicolas Bourriaud l'arte della "postproduzione" è la pratica artistica più adatta per reagire al caos della cultura globale nell'era dell'informazione.
Nel 2002 il filosofo Nicolas Bourriaud 
scrive: "Sin dagli anni Ottanta gli artisti cominciano a creare opere d'arte sulla base di opere già esistenti. Non si tratta più di elaborare una forma sulla base di un materiale grezzo, ma di lavorare con oggetti che sono già in circolazione sul mercato culturale, vale a dire, oggetti già Informati da altri oggetti.
I concetti di originalità (essere all'origine di) o di creazione (creare qualcosa dal nulla) svaniscono lentamente nel nuovo panorama culturale segnato dalle figure gemelle del deejay e del programmatore, entrambe con il compito di selezionare oggetti culturali e includerli in nuovi contesti. La supremazia della cultura dell'appropriazione tende ad abolire il diritto di proprietà delle forme e a favorire un'arte arte della postproduzione, attraverso la quale gli artisti inventano nuovi usi per le opere del passato e operano una sorta di editing delle narrative storiche ideologiche."  (*)
Negli anni Ottanta tutti sapevano che queste cose erano abbastanza datate Pablo Picasso nel 1912 aveva dipinto col pennello una natura morta con sedia e poi aveva aggiunto dei fogli di giornale e anche un pezzo di quella sedia di saggina insieme ad una corda. Quindi il fatto che gli oggetti entrassero a far parte dell'arte nella pittura non è proprio una novità. Anzi il Novecento è il secolo per eccellenza che ha fatto di questo la propria estetica, si pensi a Burri che utilizza un sacco di juta, Arman che utilizza i rifiuti o Kounellis che utilizza il carbone. Nel '900 tanti e tante cose entrano nell'arte. Umberto Boccioni pittore futurista nel suo manifesto della scultura futurista redatto nel 1912 elenca quelli che secondo lui saranno i materiali per la scultura del futuro e dice addirittura il crine di cavallo, il cemento, la luce elettrica, il legno eccetera. Quindi il ventesimo secolo è così, però il contesto di fine secolo è ben diverso. Gli oggetti e per oggetti s'intendono anche le opere d'arte del passato compresi i baffi che 
Duchamp mette alla Gioconda, assumono un significato diverso e acquisiscono una proprietà nuova, una "comprensione" che va al di là dell'oggetto stesso che esaurisce nell'uso la sua funzione ma dove ritroviamo un senso simbolico che mette in relazione il sensibile, ciò che vedo, ciò che io tocco, che io guardo muovendomi all’interno di questo spazio. Ciò nonostante il mio sguardo, il mio toccare, il mio camminarci in mezzo non ne esaurisce i significati, rimanda ad un'ulteriorità che consiste nel fatto che di fronte ad esso continuo a cercare quell'ulteriorità di significato rispetto a quello che il sensibile mi offre senza mai riuscire a catturarne la totalità del significato, c'è un rinvio verso l'ineffabile, verso l'invisibile.
L’Esser-ci nell’arte torna alla ribalta. Non appare come necessario, anzi, torna proprio in qualità di antidoto all’ineluttabilità algoritmica, al determinismo, alla misura della digitalizzazione. In quest’epoca di predominio della tecnica e dove sembra non esservi più spazio per obiettivi privi di un’immediata utilità razionale, tornano in auge le branche della filosofia più inattuali, l’ontologia e l’estetica.

Villa Simonetta – Verbania
2 - 22 dicembre 2022
Via Felice Cavallotti 12, Intra (VB)
orario pomeridiano 15- 18 (solo talvolta serale 21 – 22.30)
Ingresso gratuito