venerdì 4 luglio 2008

False Porte - False Gates

IGNAZIO FRESU E LE FALSE PORTE
(vedi le opere)

Conosco Ignazio Fresu e seguo con interesse il suo percorso artistico. Mi sembrava bello venire a Cormano, al Circolo Culturale Corte Manlio per accogliere questo artista che giunge da Prato dove risiede e lavora. Il cognome ci indica le sue origini sarde, Fresu è nato a Cagliari ed ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze. A Cormano egli ha portato, insieme a diverse tele che richiamano opere di precedenti mostre, un’installazione di una certa imponenza, dal titolo False Porte. Come possiamo vedere, in questa installazione pittura e scultura si fondono dando vita ad architetture - le porte - essenziali nel loro rigore geometrico e di grande espressività. Fresu ci ha abituato ad un linguaggio artistico particolare, ricco di suggestioni interpretative e di sperimentazioni su materiali.

Partiamo dall’analisi dei materiali. L’artista usa scarti di lavorazioni industriali e ciò che residua dai processi di consumo: metalli, tubi, polistirolo. In particolare qui egli ha lavorato eseguendo raffinati intarsi nel polistirolo. Il polistirolo diventa simbolo della nostra società consumista: si usa e poi deve essere eliminato; è effimero nell’uso ma estremamente durevole nel tempo, conserva le impronte, il calco degli oggetti che esso ha avvolto e racchiuso: è la matrice del nostro tempo.

La materia prima del fare artistico di Fresu si arricchisce poi di un colore che nasce da alchimie su minerali o metalli. Sono ossidi lavorati sia dall’artista che dal tempo. Pigmenti destinati in continuazione a mutare per effetto dell’ossidazione, in una dissolvenza non scevra di grande esteticità.

Le False Porte hanno un colore chiaro, ma nel loro interno conservano anche un po’ di sabbia scura, ricca di ematite e raccolta all’Isola d’Elba. Fresu ha inteso ancora una volta ritornare al passato, recuperare l’arte etrusca e coniugarla in senso moderno.

È un percorso affascinante, quasi una discesa all’Ade per ritrovare una nuova spiritualità. La Falsa Porta è infatti un simbolo mutuato dall’antichità: è una porta - ci spiega Fresu nel dépliant della mostra - invalicabile per i vivi ma attraverso la quale la forza vitale dell’uomo poteva passare creando un legame tra mondo terreno ed ultraterreno.

Con questa installazione il nostro artista sembra volersi confrontare col tempo ed il suo divenire. E le False Porte divengono espressione di una dicotomia da sempre presente nel linguaggio artistico di Fresu: mondo reale e mondo dello spirito sono racchiusi in esse.

In un contesto in cui il nostro mondo trascinato dal consumismo sembra assorbire e condizionare ogni energia vitale ecco il messaggio di queste False Porte, di queste architetture nate dai residui del consumismo, porte che chiudono ma che offrono contemporaneamente uno spiraglio e invitano a guardare oltre il presente.

Ammiriamo quindi questa composizione, ammiriamo questa sabbia miscelata da minerali brillanti che irradiano luce. Queste False Porte creano tante aperture dove lo sguardo può spaziare verso la luce e verso nuovi orizzonti, una nuova via d’accesso per l’uomo.

Vittoria Colpi
(perito e critico d’arte)
Cormano, 12 maggio 2007

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FALSE GATES
(see the works)

Ignazio Fresu offers us a rather imposing installation entitled “False Gates”. In this work the union between painting and sculpture gives rise to architecture: namely, the gates whose geometric rigour and essentiality are strikingly expressive.
In Fresu we have become accustomed to an unusual form of artistic expression which experiments with and exploits different materials to create a result which is open to any number of interpretations.

Firstly, let us analyse the materials used by the artist: off-cuts and leftovers from manufacturing processes and consumer activity which include metals, pipes and polystyrene. He has greatly exploited the latter by executing fine carvings on the pieces. Polystyrene has come to represent our consumer society. It is used and then has to be got rid of. Its utility is ephemeral but it is extremely long lasting. It retains the imprints and the shapes of the objects which it has held and enclosed. Polystyrene is the matrix of our times.

The raw materials used by Fresu are colour-enriched through processes which are the result of alchemy involving minerals or metals: oxides which have been created either by the artist or by the passing of time. The pigments then continue to mutate over time through oxidation, in a fading effect which is evocatively beautiful.
The “False Gates” are light in colour but within them we find traces of dark sand, rich in haematite, found on the island of Elba. Once again, Fresu has turned back to the past to recuperate Etruscan art and make it modern.

It is a fascinating journey which takes us almost down into Hades in order to rediscover a new spirituality. The “false gate” is, in fact, a symbol which has been mutated since antiquity. Fresu explains to us that it is a gateway whose threshold cannot be crossed by the living but through which man’s life force can pass, thereby creating a link between life on earth and the afterlife.
Through this installation the artist gives us the impression that he wishes to measure himself against time and its evolvement. And the False Gates become the expression of a dichotomy which is ever present in Fresu’s work. They encapsulate both the real world and the spiritual world.
In the context of our consumer-driven world, which seems to absorb and condition all life forces, here we find the message that lies behind these “false gates”, behind this architecture created out of the leftovers of consumerism, gates which close but which, at the same time offer both a way out and the glimmer of something beyond the present.

Let us therefore admire this work. Let us admire the shiny mixture of sand and minerals that irradiate light. These “False Gates” create a whole host of openings which send our glance shooting towards the light or offer us new ways of access and take our eyes towards new horizons.

Dr. Vittoria Colpi