venerdì 25 marzo 2016

Annunciazione

L’installazione di Ignazio Fresu “Annunciazione” è un’opera particolare nel quadro artistico contemporaneo.

L’installazione di Ignazio Fresu “Annunciazione” è un’opera particolare nel quadro artistico contemporaneo. Si presenta nella tecnica cara all’artista, con le unità che la compongono che sono all’apparenza pietrificate nel tempo e nella forma. Ed è in questo spazio/tempo dove tutto è immobile, sospeso in un istante eterno, che nel silenzio e nell’assenza delle figure, i protagonisti sembrano avere improvvisamente abbandonato la scena. Così come in altre opere di Fresu, quali ad esempio “Polvere”, “Memento” o “Ultima cena”, i personaggi del racconto non si mostrano nella loro fisicità, ma s’impongono esattamente attraverso l’attimo successivo alla loro teatrale scomparsa, interagendo con gli spettatori che, occupando lo spazio, danno vita all’installazione diventando essi stessi comparse e attori del contesto.
“L’Annunciazione” si avvale di tutti quei simboli che appartengono all’iconografia classica e al ricordo che noi tutti abbiamo delle immagini legate alla rappresentazione dell’evento. Questo rimando alla memoria è sempre presente nel lavoro di Ignazio Fresu, suggerendo nello spettatore l’intrecciarsi di due linee che sono la nostra intima memoria personale e quella storica collettiva. In quest’opera il paravento sul fondo della scena svolge il ruolo simbolico di celare alla vista l’ambiente intimo della stanza da letto della Madonna e insieme sorreggere la tenda aperta, che già nelle prime rappresentazioni cristiane simboleggiava la Rivelazione.
L’installazione, nella sua sinteticità, presenta poi un inginocchiatoio – leggio, dove secondo la tradizione, la Madonna assorta nella lettura della preghiera, riceve la visita dell’Arcangelo Gabriele. Sul leggio è dunque posto un libro aperto e su di esso il simbolo di purezza, un giglio che viene porto dall’angelo e che nel quadro di Fresu appare già accettato dalla Maria, insieme al destino che le è stato profetizzato. Questa successione implica un altro aspetto molto importante nell’opera e riguarda la sincronicità degli eventi che richiamano la tradizione figurativa medioevale e che nella fattispecie è raffigurata dal velo bianco virginale, ormai caduto a terra e dalla presenza di una culla che prefigura la natività. Culla che nel suo aspetto rammenta una mangiatoia, quella stessa ove verrà posto Gesù alla sua nascita.
A completare l’opera di Ignazio Fresu c’è, infine, posto in primo piano sul velo bianco a terra, una melagrana, che nell’iconografia cristiana rappresenta la passione e la morte di Cristo. In questo caso però, il frutto è stato vetrificato, la superficie esterna trasparente ed inalterabile, lascerà intravedere al suo interno la lenta decomposizione, trasformando la sua natura autentica in una essenza eterea, celando appena il ricordo della sua forma originaria così com’era stata nell’apparenza.
Sassanelli Antonella